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Trento, 20 ottobre 2013 In una sua recente intervista Emilio Arisi, candidato presidente della Provincia Autonoma di Trento alle provinciali di domenica, parla delle necessità di “riconvertire le attività del Trentino in ambiti di sviluppo compatibile, sfruttando magari filiere che già possediamo, ma alle quali manca una regia, come il legno.” Vorrei precisare che si tratta di una informazione errata dal momento che in Trentino esiste la “Cabina di regia della filiera foresta-legno-energia”, istituita dalla L.P. n. 11 del 2007, attiva dal 2009 attraverso nove gruppi di lavoro. Forse il candidato Arisi avrebbe dovuto chiedersi, piuttosto, se la Cabina di Regia sia riuscita a raggiungere gli obiettivi prefissatasi attraverso il piano di azione di legislatura 2009-2013 e, mancando poco in fondo alla chiusura del 2013, forse vale la pena che ce lo chiediamo. Lo scopo della Cabina di Regia è quello di affrontare le criticità del settore forestale rappresentate dalla frammentazione della proprietà forestale, dall'importazione di elevate quantità di materie prime legnose dall’estero, da sistemi di commercializzazione del prodotto legno inadeguati e poco orientati al mercato, da una scarsa consulenza ed assistenza tecnica fornita ai proprietari e alle imprese forestali, dallo scarso riconoscimento e valorizzazione dei prodotti e dei servizi non forestali, dalla mancanza di politiche pubbliche di stimolo ed incentivazione ad usare legno e, in particolare, legno certificato, in primis nell'edilizia pubblica, dalla modesto sviluppo tecnologico ed innovativo nel settore dell’energia, da uno scarso trasferimento tecnologico dei risultati delle ricerche in ambito forestale, solo per citare le principali. E’ riuscita la Cabina di Regia in questa legislatura introdurre strumenti atti a far fronte a dette criticità? Oppure ci troviamo di fronte ad un'altra struttura dai buonissimi, ma forse troppi ed ambiziosi, intenti difficili da raggiungere in meno di quattro anni? Sapere che a un bando di un comune della Vigolana per il taglio del soprassuolo destinato ad uso civico si presenta una sola ditta boschiva proveniente dalla provincia di Vicenza non fa molto onore al settore forestale trentino. Nella nostra provincia, oltre all'università, ci sono vari istituti di ricerca operativi nel settore forestale che creano un sistema complesso che però evidenzia funzioni duplicate e una scarsa capacità di creare rete. Vi è, inoltre a mio avviso, la tendenza a porre l'attenzione in maniera prevalente sul trasferimento tecnologico relativo alla fase di utilizzo del prodotto legno, cioè dal taglio in poi, riservando poca cura al trasferimento tecnologico relativo alla gestione ed al monitoraggio delle risorse. E' noto, però, che se non vi è conoscenza accurata della consistenza della materia prima in questione e consapevolezza circa la sua gestione, è difficile fare ragionamenti e programmazioni sul suo utilizzo. Stiamo già vivendo lo scenario in cui la conoscenza e la rappresentazione delle risorse forestali avviene in modo dinamico in termini esclusivamente digitali, grazie ai sistemi di navigazione geografica, alle tecnologie di telerilevamento, ai sistemi informativi geografici territoriali ed alle banche dati che consentono l'archiviazione di moli di dati. Ciononostante, pur nella consapevolezza che i risultati delle ricerche ci dicono che gli strumenti di cui disponiamo ci permettono di descrivere e quantificare le risorse forestali con precisioni più elevate e costi inferiori dei tradizionali rilevamenti al suolo, il trasferimento tecnologico nel settore forestale risulta avvenire in maniera più lenta di quanto avviene in altri ambiti. Di cosa c'è bisogno allora? Di un cambio di mentalità e di coraggio nel fare scelte che rappresentino una soluzione di continuità, sia tra chi ha funzioni dirigenziali, ma anche tra chi si trova ad operare in campo. Forse chi è operativo nel settore forestale (e tra questi mi ci metto anche io) dovrebbe ricordare che Mario Rigoni Stern diceva che “il bosco è di tutti, ma non da tutti” e con questo orgoglio attuare svolte che se, pur difficili da digerire all'inzio e magari mal comprese, porteranno a notevoli benefici non soltanto in termini di costi sostenuti e quindi di risparmio realizzato, ma che si ripercuoteranno anche nella possibilità di fornire risposte alla forte domanda di tecnologie innovative alla quale il campo della fruizione turistica delle risorse forestali della nostra provincia non rimane estraneo. Chiara Torresan |
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